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SAN GIORGIO







SAN GIORGIO


La chiesetta detta anticamente “ad nemus”, presso la boscaglia, doveva essere più ampia dell’attuale. Doveva avere dei portici che servivano da rifugio ai viandanti che transitavano sulla strada romanica che dal monregalese arrivava alla Liguria. Era alle dipendenze del regime monastico del Romitorio di Sant’Ambrogio, situato poco distante, più a valle verso il Roburentello, ad est. In «Pagine di storia ecclesiastica» don Mario Adamo scrive che, nei pressi della cappella, vi fu l’estremo “focolaio di resistenza dei montaldesi” nell’ultima fase della Guerra del Sale (1699). Per questo, forse, furono proprio le milizie sabaude ad incendiare ed abbattere le parti esterne della cappella. All’interno, lo spazio è esiguo e oscuro. Sopra l’altare un affresco (forse cinquecentesco) sistemato in una cornice murale raffigurante San Giorgio che uccide il drago. Dall’esterno, dalla finestrella, protetta da rugginose inferriate, non è visibile se non quando il sole allo zenit lancia all’interno un fascio dei suoi raggi. Il dipinto, probabilmente di un pittore di passaggio, per molti versi presenta aspetti naïf, popolari, soprattutto nella forma del drago e nella figura della principessa sullo sfondo turrito.

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SAN GIORGIO E IL DRAGO SAN GIORGIO E IL DRAGO (158,7 KB)